Pella

Pella. Vista del sito archeologico: sulla sinistra Tell el-Husn, al centro gli alberi attorno alla sorgente del Wadi Jirm e a sinistra Tabaqat Fahl.

Il sito dell'antica Pella della Decapoli si estende per 7 ettari ai piedi delle colline di Galaad, a circa 30 km a sud dal lago di Galilea e 3 km a est dal fiume Giordano. Il terreno fertile, l'abbondanza d'acqua e il clima mite hanno favorito l'insediamento di comunità umane nell'area fin dal periodo preistorico. La ricognizione di superficie e quella geologica hanno permesso di ritrovare tracce di insediamenti risalenti al periodo del Paleolitico inferiore (250˙000 anni fa)[1] .

Testo e foto: Prof. Massimo Luca

Sommario

1. Cenni di storia
2. Gli scavi
3. Visita del sito
4. Bibliografia

1. Cenni di storia

Pella è menzionata per la prima volta con il nome di Pihil / Pihir nei Testi di Esecrazione ritrovati in Egitto (XIX-XVIII secolo a.C.) e nelle lettere di Tell el-Amarna (XIV secolo a.C.). Nel periodo ellenistico, per assimilazione fonetica, il nome fu cambiato in Pella, in onore della città natale di Alessandro Magno in Macedonia. Nella geografia biblica Pella, mai menzionata nella Bibbia, era inserita nell'antica regione del Galaad. Al tempo della conquista israelita il territorio fu assegnato alla tribù di Manasse.

La conquista di Alessandro Magno (IV secolo a.C.) e quella di Pompeo (I secolo a.C.), separate dal breve dominio asmoneo (83-63 a.C.), crearono le condizioni per fondare la Decapoli, la regione amministrativa citata nel Nuovo Testamento alla quale Pella apparteneva. Nel 310 a.C. in questa località si stabilirono numerosi coloni macedoni, rimasti fedeli all'ellenismo. Quando Alessandro Ianneo volle giudaizzarli con la forza, preferirono vedere distrutta la loro città piuttosto che piegarsi (Flavio Giuseppe, Ant. Giud. 13.397). Pompeo nel 63 a.C. conquistò la regione che divenne parte dell'Impero Romano (Ant. Giud. 14.75). Per Pella, come per altre città, iniziò un nuovo periodo segnato anche dalla coniatura di monete proprie.

Al tempo di Gesù Pella era una città della Perea, una regione amministrata da Erode Antipa, estesa da Macheronte a Pella, da Filadelfia (Amman) fino al Giordano (Flavio Giuseppe, Guer. Giud. 2.95; 3.46). Al tempo della prima rivolta gli abitanti di Pella rimanessero neutrali a motivo della loro origine, al punto che "sembrava che la Divina Provvidenza avesse riserbato questo ridente posticino per salvaguardare la chiesa nascente. Ed è infatti sotto questo punto di vista che il fatto venne giudicato fino dalle prime generazioni cristiane"[2] .

Il cristianesimo giunse a Pella molto presto. Eusebio narra che Pella divenne il rifugio dei cristiani di Gerusalemme al tempo della prima rivolta giudaica, quando i romani assediarono la Città santa (Hist. Eccl. 3.3.5.3-4). Il cristianesimo continuò a diffondersi a Pella nel II secolo e fiorì durante il periodo bizantino. In questo tempo la città faceva parte della Palestina Secunda, vi furono costruite le tre chiese, che si riconoscono facilmente nella visita.

Il declino di Pella iniziò nel VII secolo d.C., quando furono preferite altre rotte commerciali. La battaglia dello Yarmuk del 635 d.C. segnò inoltre la fine dell'amministrazione bizantina nella regione. L'islam creò una nuova amministrazione e modificò a fondo la società. Le trasformazioni furono accelerate dai terremoti del secolo successivo, che provocò ingenti danni alle infrastrutture. Iniziò il declino della regione, a cui conseguì l'abbandono dei centri abitati e la creazione di nuove infrastrutture. Pella sopravvisse per poco tempo al cambio epocale. Gli scavi hanno stabilito che la città fu abitata durante il periodo abbaside (X secolo d.C.), dopodiché fu definitivamente abbandonata.

2. Gli scavi

...Fu E. Robinson a identificare Pella nel 1852. Il centro abitato fu fondato dai cananei durante il periodo del Bronzo (III e II Millennio a.C.). L'insediamento primordiale occupava le due colline principali (in arabo tell) Tabaqat Fahil, a nord, e Tell el-Husn, a sud, separati dalla sorgente perenne del Wadi Jirm. "Tabaqat" significa "terrazze". È una denominazione ben appropriata per questa località che gode di un panorama splendido: in lontananza si ammirano il monte Tabor e i monti Gelboe; in primo piano, la piana di Beth-Shean con la valle del Giordano.

Fahil (o Fahl) divenne il quartiere residenziale. Il nome "Husn", di origine omayyade, significa "fortezza-castello" ed era più adatto all'altra collina, difesa da ripidi pendii.

G. Schumacher nel 1887 disegnò la piantina del sito (pubblicata dal PEF nell'anno successivo). La ricognizione fu condotta da J. Richmond nel 1933. Nel 1958 R.W. Funk e H.N. Richardson condussero due settimane di scavo con il patrocinio dell'ASOR. Scavi archeologici sistematici iniziarono nel 1967 e furono diretti da R.H. Smith con il patrocinio del College of Wooster (Ohio, USA). Nel 1979 la spedizione americana fu affiancata da una spedizione dell'Università di Sydney diretta da J.B. Hennessy e A.W. McNicoll. Gli archeologi americani abbandonarono la ricerca nel 1985; gli australiani la proseguirono fino al 1993. Gli scavi hanno portato a conoscenza dell'esistenza degli strati più antichi dell'insediamento, risalenti al Neolitico (VII Millennio a.C.), e hanno stabilito che Pella fu abitata nei periodi del Bronzo, del Ferro, bizantino, omayyade e abbaside.

Dal 1994 il Dipartimento delle Antichità Giordane insieme con la Yarmuk University continuano gli scavi, concentrando l'attività sul Tell el-Husn.

Gli archeologi hanno rinvenuto numerosi reperti di ceramiche decorate a ingobbio di colore rosso e beige, tipico della regione e risalente al Bronzo Antico I e II (3100-2650 a.C.)[3] . Il ritrovamento di pochi reperti del Bronzo Antico III e IV (2650-2200 a.C.) ha indotto ad ipotizzare che in quel periodo il sito fosse stato abbandonato a causa di un terremoto.

L'inizio del II Millennio è caratterizzato da una nuova fase di urbanizzazione. A Pella si riconoscono sei fasi costruttive o livelli di insediamento, dei quali il primo risale al Medio Bronzo mentre gli altri cinque al Tardo Bronzo. In quel periodo Pella era circondata da un massiccio sistema difensivo costruito in pietra.

I dati di questo periodo confermano che Pella fu occupata ininterrottamente e che la comunità prosperava grazie al commercio. A Tabaqat Fahl e sul Tell el-Husn sono state trovate abitazioni realizzate con mattoni crudi. I muri sono intonacati con stucco e hanno fondamenta profonde. Alcune case erano integrate con grandi cortili chiusi e con dei silos. In una delle trincee di scavo sono stati ritrovati frammenti di tavolette con scrittura cuneiforme e due magnifici contenitori con intarsi d'avorio, associabili con le ceramiche cipriote e micenee (fine XV - inizio XIV secolo a.C.)[4] . Questi oggetti, esposti nel nuovo museo di Amman, sono segno di benessere e di prosperità economica.

Le sepolture all'interno delle mura cittadine sono una caratteristica dell'urbanizzazione del Bronzo Medio. In questa fase a Pella si iniziò a seppellire i morti anche in camere funerarie scavate nelle pendici scoscese di Tell el-Husn e delle colline circostanti. La nuova pratica, con le sepolture all'esterno del centro abitato, si affermò gradualmente e finì per sostituire quella delle sepolture intra muros.

Nelle tombe sono stati ritrovati molti oggetti del corredo funerario. In due tombe sono stati contati circa 2000 pezzi. La tomba più antica è la numero 62, datata 1550-1450 a.C. Conteneva circa un migliaio di reperti tra ceramiche, faience[5] e alabastri egiziani, scarabei, gioielli d'oro e di bronzo, oggetti di avorio e ceramiche importate da Cipro. Le ceramiche ritrovate hanno permesso di ricostruire l'intero repertorio delle ceramiche del Medio Bronzo. Esse sono caratterizzate dal rosso lustrato e dall'ingobbio nero o bianco tipico della regione siro-palestinese. Un'altra tomba (n. 106) ha reso ceramiche cipriote e micenee, e prodotti locali risalenti al XIV secolo a.C. Lungo il corridoio d'accesso di questa tomba sono state ritrovate tracce di sacrifici umani, immolati al momento dell'inumazione del defunto. Potrebbe trattarsi della tomba di uno dei governatori di Pella, tra i quali ricordiamo Mut-ba'alu, che amministrò la città nel XIV secolo a.C. Mut-ba'alu è ricordato nelle lettere di Tell el-Amarna (EA 256) per aver esportato in Egitto un legno particolare, prodotto nella regione di Pella e utilizzato nella costruzione delle ruote dei carri.

I Cananei di quell'epoca praticavano il sacrificio umano, ma non sono state ritrovate molte tracce di questa consuetudine. L'evidenza, tuttavia, ci rimanda all'antica regione di Galaad, alla quale Pella apparteneva, e ci riporta alle tragiche vicende del giudice israelita Iefte, vissuto verso la fine del II millennio a.C. Costui assunse il comando delle truppe israelite e riuscì a sconfiggere gli Ammoniti, ma la vittoria per lui si tramutò in tragedia, perché, per probabile influsso della cultura locale, immolò la propria figlia per un voto fatto a Dio (Gdc 12,29ss).

3. Visita del sito

Pella: 1. Tell el-Husn; 2. Tabaqat Fahl; 3. Jabal Abu al-Khas; 4. Wadi Jirm; 5. Chiesa di ovest; 6. Complesso civico; 7. Chiesa di est.
1. Tell el-Husn; 2. Tabaqat Fahl; 3. Jabal Abu al-Khas; 4. Wadi Jirm; 5. Chiesa di ovest; 6. Complesso civico; 7. Chiesa di est

Giungendo a Pella dalla valle del Giordano, si notano le rovine di una chiesa situata sul lato sinistro della strada. Questa chiesa è stata chiamata "chiesa di ovest" per la sua posizione rispetto al sito archeologico.

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Dalle pendici del Jabal Abu al-Khas si ha una bella visione del sito, nella quale spiccano le altre due chiese. Alla sinistra, lungo il pendio orientale del monte, si vede la "chiesa di est" che sovrasta il bacino di Pella. In origine vi si accedeva con una scalinata che partiva dal wadi. La chiesa fu costruita in pianta basilicale con tre absidi, preceduta da un piccolo atrio colonnato con al centro una vasca esagonale.

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Nella valle ci sono le rovine del centro della città con un gruppo di edifici chiamato "Complesso Civico".

Il complesso civico di Pella: 1 chiesa; 2 odeon; 3 foro; 4 sorgente.
Il complesso civico di Pella: 1 chiesa; 2 odeon; 3 foro; 4 sorgente.

In questo gruppo di costruzioni spicca la chiesa, probabilmente la cattedrale, con l'atrio colonnato. Il portico nella parte orientale era pavimentato a opus sectile.

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Nel VI secolo furono aggiunte tre absidi adornate con finestre orientate ad est. Presso l'ingresso nord furono innalzate due enormi colonne, probabilmente provenienti dal tempio romano costruito tra la fine del I secolo e inizio del II secolo d.C.[6] . Nel VII secolo fu costruita la scala monumentale di accesso da ovest.

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A sud del complesso civico sono stati ritrovati i resti di un piccolo odeon con 400 posti, risalente al I secolo d.C. Di fronte ad esso inizia un foro pavimentato, che si estende nella valle.

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Le tre chiese hanno tre navate con abside centrale sporgente e sono fornite di una balaustra che separa le absidi dalle rispettive navate. Da segnalare che in nessun edificio è stato ritrovato il fonte battesimale. Si suppone perciò che i battesimi fossero celebrati nella fonte del Wadi Jirm che si trova presso la chiesa del Centro civico. I pavimenti delle basiliche sono stati realizzati e ristrutturati utilizzando marmo e mosaico. Colpisce il fatto che non vi siano state ritrovate iscrizioni, per cui si pone il problema della datazione degli edifici, oltre a quello di conoscere a chi fossero dedicate. Su un portale riutilizzato di una moschea del luogo si vedono scolpite tre croci e il nome "Tommaso" preceduto da altre lettere interpretate come "santo". Si ipotizza pertanto che una di queste chiese sia stata dedicata a S. Tommaso apostolo. Un'altra iscrizione cristiana cita 1Pt 2,9: "Ti ringraziamo o Signore, Cristo Dio, di averci condotti dalle tenebre alla mirabile tua luce", espressione di ringraziamento e di lode per la fede ricevuta e professata. L'opposizione di luce e tenebre, interpretata in chiave morale, era molto sentita dai cristiani primitivi di Palestina e si legge in parecchie iscrizioni[7] .

Gli edifici di est e ovest hanno una datazione piuttosto chiara, perché presentano una sola fase costruttiva, mentre nell'edificio del Centro Civico sono state identificate tre fasi. Secondo Smith, l'archeologo che ha scavato Pella, la chiesa di ovest fu costruita verso il 530 d.C., mentre quella di est tra la fine del V e l'inizio del VI secolo d.C. L'archeologo ritiene che le tre fasi della Chiesa del Centro Civico risalgano al IV secolo (I fase), al tardo V - inizio VI secolo (II fase) e al VII secolo (III fase) e che la ricostruzione sia stata realizzata nel periodo compreso tra l'invasione persiana e quella araba[8] .

4. Bibliografia

Ababneh A., "The case of Pella in Jordan", Near Eastern Archaeology 81 (2018) 100-107.
Bagatti B., Antichi villaggi cristiani di Galilea (SBF Collectio Minor 13), Jerusalem 1971.
Balderstone S., "A New View of the Pella Churches in Terms of Dating and Analysis: The Typological Context", Levant 41 (2009) 93-106.
Bourke S.J., "Pre-Classical Pella in Jordan: A Conspectus of Recent Work", American Center of Oriental Research 25 (2013) 1-5.
Bourke S.J., "The Christian Flight to Pella: True or Tale?", Biblical Archaeology Review 39 (2013) 30-41.
Bourke S.J., "New Light on Classical and Late Antique Pella", American Center of Oriental Research 26 (2014) 1-6.
Da Costa K. et al., "New Light on Late Antique Pella: Sydney University Excavations in Area XXXV, 1997", Annual of the Department of Antiquities of Jordan 46 (2002) 503-533.
Kaswalder P. - Bosetti E., Sulle orme di Mosé, Bologna 2000.
Khasswneh S. et al., "Thermoluminescence dating of pottery objects from Tell al-Husn, northern Jordan", Mediterranean Archaeology and Archaeometry 11 (2011) 41-49.
Macumber P.G., "The Geological Setting of Palaeolithic Sites at Tabaqat Fahl, Jordan", Paléorient 18 (1992) 31-44.
McNicoll A. et al., Pella in Jordan, Camberra 1982.
McNicoll A.W., Pella in Jordan, Sydney 1992.
Rollin S. - Streetly J., Jordan Blue Guide, London - New York 1996.
Smith R.H., Pella of the Decapolis, Sydney 1973.
Smith R.H., "Pella", NEAEHL 3 (1993) 1174-1180.
Smith R.H. - Preston Day L., Pella of the Decapolis, Sydney 1989.

Note

1  Cfr. P.G. Macumber, "The Geological Setting", 31-44.

2  B. Bagatti, Antichi villaggi, 308

3  L'ingobbio è un impasto argilloso con il quale si riveste o si decora una ceramica prima della cottura. Questa tecnica simile all'affresco, era utilizzata per decorare la terracotta e la ceramica prima di essiccare il manufatto.

4  La datazione della ceramica è stata confermata con la datazione a termoluminescenza (cfr. S. Khasswneh, "Thermoluminescence dating", 48-49).

5  La faience è materiale ceramico non argilloso, alcalino e costituito principalmente da silice e da ossido di calcio. Il materiale era usato fin dai tempi dell'Egitto predinastico (prima del 3150 a.C.).

6  R.H. Smith, "Pella", 1179.

7  B. Bagatti, Antichi villaggi, 310-311.

8  S. Balderstone, rifacendosi ad argomentazioni stilistiche, assegna una diversa datazione agli edifici ecclesiastici di Pella. Secondo la studiosa la chiesa di ovest risalirebbe alla seconda metà del V secolo e quella di est alla metà del VI secolo. Per la Chiesa del Centro Civico propone che la II fase risalga al tardo IV-inizio V secolo, al tempo dell'imperatore Teodosio I o quello del figlio Arcadio, e che la III fase risalga alla prima metà del IV secolo durante il regno di Giustiniano (per l'intera discussione si veda S. Balderstone, "A New View", 93-106).